Il 21 maggio a Roma si è svolto a Villa Pamphili il Global Health Summit (Vertice Mondiale sulla Salute) co-organizzato dall’Italia durante l’anno della Presidenza di turno del G20 e dalla Commissione europea.

Global Health Summit 2021 – Rome 21 maggio 2021 – Villa Pamphilj
Il Presidente del Consiglio Mario Draghi e la Presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen nell’aprire il vertice – in prevalenza virtuale – hanno invitato i leader del mondo, i responsabili delle organizzazioni internazionali e regionali, i rappresentanti degli organismi sanitari, l’opportunità di scambiarsi esperienze maturate durante la pandemia e approvare la “Dichiarazione di Roma”. Si tratta di un patto suddiviso in 16 punti che fissa le regole per rafforzare la cooperazione multilaterale e prevenire le crisi sanitarie mondiali nell’ottica di una sanità più equa.

“Quello che abbiamo fatto oggi è un primo passo” ha dichiarato Mario Draghi. “Il Global Health Summit è importante per la forza e la sincerità degli obiettivi presi, soprattutto è caratterizzato da concreti impegni in termini di dosi di vaccini e finanziamenti per la distribuzione nei paesi poveri. Da questo lavoro traspare il forte desiderio di andare avanti per ottenere risultati consolidati in futuro”, ha commentato Draghi a fine giornata.
I sedici punti della Dichiarazione di Roma
La pandemia continua ad essere una crisi sanitaria e socioeconomica globale con effetti diretti e indiretti sulle persone vulnerabili, donne, ragazze e bambini, sui lavoratori in prima linea e sugli anziani. Non si può dire sconfitta fino a quando tutti i paesi non saranno in grado di tenere la malattia sotto controllo. Si deve puntare su una vaccinazione di massa, globale, sicura, efficace ed equa, congiuntamente ad altre misure di salute pubblica per tornare ad una crescita sostenibile, equilibrata ed inclusiva. Dare priorità agli investimenti sulla salute globale ed universale – One Health – dove al centro c’è l’assistenza sanitaria primaria.
Nella Dichiarazione si legge la necessità di migliorare l’impianto sanitario finanziandolo in modo sostenibile per raggiungere un sistema sanitario inclusivo e resiliente che consenta a tutti il diritto di godere di elevati standard di salute. Sottolinea la necessità di promuovere il ruolo centrale dell’OMC (Organizzazione mondiale del commercio) e l’importanza delle catene di approvvigionamento globali aperte, resilienti, diversificate, sicure ed efficienti lungo l’intera catena di valore relativa alle emergenze sanitarie.
Il documento punta sull’importanza di un accesso equo e globale a tutti gli strumenti di prevenzione sfruttando l’esperienza di ACT-A (acceleratore fondato ad aprile 2020 dalla collaborazione internazionale di governi, scienziati, società civile, imprese e organizzazioni internazionali o filantropiche che si occupano di salute globale per aumentare lo sviluppo, la produzione e l’accesso a trattamenti e vaccini COVID-19), aperto a misure non farmaceutiche, acqua pulita, servizi igienico-sanitari, alimentazione e sistemi sanitari inclusivi e resilienti con chiari piani di somministrazione e alfabetizzazione sanitaria.
La Dichiarazione esorta a sostenere i paesi a basso e medio reddito nel formare competenze specifiche e consentire l’utilizzo delle tecnologie sanitarie con la trasformazione digitale dei sistemi sanitari. Segnala l’importanza di sfruttare le competenze e le piattaforme delle organizzazioni per facilitare la condivisione dei dati, lo sviluppo di capacità e il trasferimento volontario di tecnologia e know-how a condizioni prestabilite.
Focalizza la necessità di aumentare le strutture esistenti di prevenzione per un’equa immunizzazione contro le malattie prevedibili con programmi di sorveglianza e salute, HIV / AIDS, tubercolosi, malaria e altre malattie non trasmissibili per la distribuzione di servizi integrati affinché nessuno venga lasciato indietro. C’è l’impegno di investire nella forza lavoro sanitaria e assistenziale mondiale, accelerando nell’inclusione sociale e nell’uguaglianza di genere con istruzione e formazione, comprese le iniziative pertinenti all’OMS, tra cui WHO Academy.
La Dichiarazione riporta la volontà di investire in meccanismi multilaterali guidati dall’OMS per facilitare l’assistenza nei paesi in via di sviluppo e quelli colpiti dalla crisi. Le politiche globali -si legge- dovranno spingere per raggiungere i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG), combattere le emergenze sanitarie, salute, povertà, disuguaglianze strutturali, degrado ambientale, transizioni verdi e digitali e promuovere per tutti la prosperità. Affinché ciò si concretizzi è fondamentale promuovere un dialogo inclusivo con le comunità locali, la società civile, i lavoratori in prima linea, i gruppi vulnerabili, le donne, le organizzazioni e le parti interessate per contrastare la disinformazione. Intraprendere campagne di promozione sulla salute, affrontare le questioni sanitarie critiche come le malattie non trasmissibili, la salute mentale, l’alimentazione e la nutrizione per migliorare la resilienza alle future crisi sanitarie.
Secondo uno spirito di solidarietà, sono tutti d’accordo nell’unire gli sforzi per sostenere la produzione, la fornitura e l’acquisto di vaccini per i paesi a basso e medio reddito. Per garantire l’efficacia di tali meccanismi si dovrà fare leva su un sistema di finanza mista, meccanismi innovativi, fonti pubbliche, private e filantropiche e fondi provenienti da istituzioni finanziarie internazionali. La Dichiarazione di Roma mette in primo piano l’importanza degli sforzi multilaterali per soddisfare le esigenze di finanziamento dei paesi a basso reddito, compresa la proposta di prelievo da parte dell’FMI (Fondo Monetario Internazionale) e altre misure approvate dal G20. Infine, si fa un appello alle banche multilaterali di sviluppo e alle organizzazioni internazionali per aumentare nell’ambito dei loro mandati e dei rispettivi budget, gli sforzi in prevenzione e controllo delle minacce alla salute migliorando il coordinamento.

Interventi di alcuni leader al Summit
“Sullo sforzo vaccinale” ha detto Von der Leyen “l’UE non si tira indietro”. “Il team europeo punta a donare almeno 100 milioni di dosi di vaccini ai paesi in via di sviluppo prima della fine del 2021”.

Il presidente della Repubblica popolare cinese, Xi Jinping ha ricordato “un anno fa proposi che i vaccini diventassero un bene pubblico globale. Occorre rifiutare ogni forma di nazionalismo vaccinale”. “La Cina” ha aggiunto “donerà nei prossimi tre anni 3 miliardi di dollari per rispondere all’emergenza” ed inoltre è favorevole alla sospensione dei brevetti sulle vaccinazioni nonché al trasferimento delle tecnologie necessarie per la produzione.

La vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris ha assicurato che continueranno a donare le dosi in eccesso contro il Covid-19 e Washington ha disposto per i Paesi in via di sviluppo 60 milioni di dosi di AstraZeneca e a breve la donazione di altri 20 milioni di dosi. Infine, dice “dobbiamo fare tutto ciò in nostro potere per prevenire le prossime pandemie” e propone l’introduzione di un meccanismo di sorveglianza in grado di individuare a livello globale le minacce biologiche pericolose.
Bill Gates, copresidente della Fondazione Bill e Melinda Gates, ha sottolineato che le azioni più urgenti per avere un’equità vaccinale sono “condividere dollari e dosi”. Il filantropo statunitense ha segnalato che alcuni paesi “hanno prenotato una quantità di vaccini superiore al fabbisogno senza pregiudicare la propria campagna vaccinale” e per questo ha esortato le nazioni a “condividere le dosi in eccesso, oltre un miliardo nel 2021”.

Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, ha rimarcato che le iniziative nate per gestire la pandemia abbiano una leadership coordinata e che le istituzioni finanziarie internazionali, aziende farmaceutiche e stakeholder, siano unite per “un’equa distribuzione globale di vaccini utilizzando la struttura Covax (programma internazionale per offrire un equo accesso ai vaccini anti COVID-19).

La direttrice generale dell’organizzazione mondiale del commercio (WTO) Okonjo-Iweala ha dichiarato che una delle sfide principali è diversificare la produzione dei vaccini, ora concentrata per l’80% in 10 nazioni europee, nordamericane e Asia meridionale. “Non è normale che l’Africa con 1,3 miliardi di persone abbia lo 0,17% della capacità produttiva del mondo, ciò deve cambiare” e conclude che l’America Latina ha circa il 2% della capacità di produzione globale.
Infine il CEO di Pfizer, Albert Bourla e la casa farmaceutica tedesca BioNTech hanno annunciato che assegneranno due miliardi di dosi di vaccino anti-Covid ai Paesi a basso e medio reddito nei prossimi 18 mesi, mentre Johnson & Johnson e Moderna forniranno 500 milioni e 995 milioni di dosi a basso costo ai Paesi più poveri.
Cristina Montagni
DICHIARAZIONE DI ROMA