VIOLENZA ALLE DONNE? UNA QUESTIONE CULTURALE
Il 9 maggio a Palazzo Chigi, la Ministra delle Riforme, Maria Elena Boschi presenta per la prima volta la cabina di regia interistituzionale contro la violenza di genere. Il governo dichiara nella riunione lo sblocco dei fondi per i centri antiviolenza. Un problema spinoso che da tempo grava a quei centri che lavorano a livello locale per aiutare le donne vittime di violenza che senza fondi rischiano di chiudere i battenti sia a Roma che nel Sud Italia. L’insediamento della Cabina di regia è un reale impegno sul tema della lotta alla violenza. E’ il primo organismo governativo di coordinamento politico che sia mai stato istituito a livello nazionale sui temi della violenza sessuale e di genere. Alla riunione hanno partecipato i Ministri Giannini e Costa, il Vice Ministro Bubbico, i Sottosegretari Sesa Amici, Della Vedova, Chiavaroli, De Micheli e Lucia Annibali, consulente del Dipartimento delle Pari opportunità. L’organismo rappresenterà un luogo di confronto politico, strategico e funzionale tra le Regioni, Enti locali ed Amministrazioni statali. Lo scopo è quello di offrire una maggiore coerenza tra le attività di contrasto alla violenza sul territorio nazionale. Nella Cabina regia sono emerse anche la necessità di una sempre maggiore trasparenza, ed efficacia sull’utilizzo delle risorse e l’esigenza di individuare percorsi innovativi che consentano di realizzare pienamente tutte le finalità del Piano, per proseguire l’impegno italiano a dare attuazione alle indicazioni della Convenzione di Istanbul. Si ritiene utile una programmazione attenta delle risorse ed un coordinamento tra i diversi livelli istituzionali e sfruttare appieno le sinergie tra le azioni a livello centrale e locale. Infatti molto spesso le violenze avvengono nell’ambito familiare e l’assenza di un’autonomia economica rappresenta spesso un ostacolo alle denunce. E’ necessario quindi rafforzare e tutelare le donne anche attraverso misure che favoriscano l’autonomia finanziaria e l’inserimento sociale. In particolare l’impegno non è solo il contrasto ma anche la prevenzione e la diffusione della cultura del rispetto, attraverso un lavoro sul linguaggio e campagne di comunicazione mirate contro gli stereotipi.