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Donne nella diplomazia internazionale per sostenere percorsi di Pace. Intervista a Elisabetta Nistri Presidente di WFWP International Italia

Cercare la Pace è responsabilità di tutti, ma senza l’impegno diplomatico delle donne, ogni tentativo di mediazione vanifica gli obiettivi primari nel rispetto dei Diritti Umani per tutti, incluso donne e ragazze. Women For Women Italy ha intervistato in esclusiva la Presidente della Federazione WFWP International Italia Elisabetta Nistri per analizzare il contributo delle donne ai processi di pace, prevenzione e conflitti negli scenari internazionali.

Il valore femminile è determinante per raggiungere la Pace e la Sicurezza nel mondo. La Presidente Elisabetta Nistri racconta alcune esperienze di donne che sono riuscite a portare il loro sostegno nei consessi nazionali ed internazionali con una ricaduta positiva su altre popolazioni femminili inserite in contesti disagiati del mondo.

Elisabetta Nistri, Presidente WFWP International Italia

Presidente Nistri quando è nata la Federazione e qual è il suo impegno all’interno della Women’s Federation For World Peace International?

Sono presidente della Federazione delle Donne per la Pace nel Mondo in Italia dal 2012 che fa parte della WFWP International, Organizzazione non Governativa presso la Commissione Economica e Sociale delle Nazioni Unite oltre ad essere affiliata al Dipartimento di Informazione Pubblica. Dal 1997 l’Organizzazione ha ottenuto questo status e in seguito le è sempre stato confermato grazie ad una rete di attività locali e internazionali che interessa oltre 130 nazioni. La WFWP sostiene con determinazione gli obiettivi dell’Agenda 2030 dello Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.

Chi sono i fondatori e qual è il sentimento della WFWP nel rivolgersi al mondo?

L’Organizzazione nasce in Corea nel 1992 per volere dei coniugi Moon, successivamente la WFWP ha sensibilizzato le donne di tutto il mondo perseguendo la pace e facendo appello alle particolari doti femminili; perdono, resilienza, empatia, riconciliazione e attenzione ai bisogni di ognuno. La Pace – secondo i Moon – non deve intendersi come assenza di guerra ma capace di influenzare lo stato d’animo delle persone attraverso la costruzione della famiglia, allargando la visione alle relazioni sociali per aprirsi all’intera struttura sociale. Questi valori sono importanti, solo così i cittadini vedono rispettati i propri diritti e si impegnano ad adempiere ai propri doveri.

Durante il suo lavoro ha incontrato donne impegnate nel promuovere la Pace?

Durante la mia attività ho incontrato donne che hanno fatto la differenza, ma lungo il percorso mi sono resa conto dei numerosi ostacoli; dalla partecipazione alla vita pubblica, all’ottenimento del rispetto degli stessi diritti umani che conosciamo come Diritti dell’Uomo. 

Quanto il lavoro delle donne contribuisce alla risoluzione dei conflitti?

È statisticamente dimostrato che la partecipazione delle donne ai tavoli di pace aumenta del 25% la probabilità di una soluzione diplomatica e pacifica del conflitto tra le parti. Purtroppo non è facile, anzi proprio dove ci sarebbe più bisogno della presenza femminile questa viene ostacolata, basta pensare alla Birmania e a quello che sta accadendo in quel paese. In genere, per loro natura – uomini e donne – ragionano in modo diverso: per l’uomo la soluzione di un conflitto si ottiene quando una parte vince sull’altra ed il nemico viene annientato. Mentre la donna per arrivare alla risoluzione del problema cerca il dialogo su un terreno comune, un accordo che porti beneficio ad entrambi le parti in causa. Su questa base c’è interesse a mantenere l’accordo di pace e con il tempo è possibile sciogliere il risentimento e il dolore che la guerra o il conflitto ha arrecato a tutti i popoli coinvolti, sia esso oppresso che oppressore.

Quali sono i problemi urgenti che affliggono le donne e ragazze che vivono in Paesi nei quali vengono violati i diritti fondamentali?

Accennerò ad uno dei tanti problemi, cioè la possibilità di accesso all’educazione per bambini e bambine, ma sappiamo che le bambine sono più penalizzate. Le faccio un esempio e riguarda l’educazione delle donne in Afganistan. Per diverso tempo la WFWP International ha lavorato nel paese finché è stato possibile per contribuire all’educazione, attualmente sosteniamo una scuola in India che accoglie le ragazze profughe offrendo loro istruzione. Attualmente grazie ad una rete di contatti in Afghanistan sappiamo cosa sta succedendo infatti molte donne non lottano più per avere la parità dei diritti dell’uomo, ma scendono in piazza solo per rivendicare un lavoro e portare a casa qualcosa per sfamare i propri figli. Abbiamo poi sostenuto con una donazione la giornalista Barbara Schiavulli di Radio Bullet che si è recata sul posto per una missione umanitaria. Poi anche la storia di Aziz lasciata dal marito con 3 figli di cui la più grande era stata rapita dai Talebani e mai più tornata a casa. Il cognato le chiedeva la figlia di 3 anni per saldare il debito dell’affitto della casa ma grazie al nostro intervento abbiamo evitato che ciò accadesse, ora è entrata in un percorso di protezione. Altra emergenza riguarda la condizione sanitaria – precaria per tutti – ma insostenibile per le donne che possono essere visitate solo da medici donna che non hanno accesso agli studi e possono ricevere lezioni solo da una donna. Le donne rischiano costantemente la vita per partorire o per una banale influenza. C’è però un esempio positivo che desidero raccontare e riguarda la storia di SAKENA IACOOBY che dopo essersi laureata in America è tornata in Afghanistan nel 1995 per aprire scuole che accogliessero bambini e bambine. Quando è stato vietato alle bambine di andare a scuola, lei si recava nelle case delle famiglie per insegnare alle bambine, più tardi ha fondato the AFGHAN Institute of learning, che comprende scuole, ospedali e centri di rifugio per ragazzi e ragazze soli. Per il suo impegno ha ricevuto numerosi premi a livello internazionale, tra cui il SUN HAK PEACE PRIZE, premio concesso dalla Dott.ssa Moon alle persone che si sono distinte per il loro impegno per la pace, scelte da una selezionata giuria.  “Sono convinta che l’istruzione è la chiave per sbloccare il potenziale umano, ma può funzionare solo se le persone sono sane, l’economia è stabile e il paese è sicuro”.

Quali sono le attività future della WFWP per garantire protezione, educazione a bambini e bambine afgane?

La nostra preoccupazione riguarda la condizione delle donne e dei bambini, per questo insieme all’ufficio WFWP a Vienna e il supporto del team YOUTH WFWP è stata definita una dichiarazione scritta, presentata e accolta ad agosto 2021 dal Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite e dalla sezione speciale sull’Afghanistan. I principali contenuti della dichiarazione sono i seguenti:

Esortiamo tutti gli stati membri a insistere costantemente sul diritto fondamentale ad avere una istruzione di qualità per tutti (bambini e bambine) ed inoltre si chiede che venga garantita la protezione degli educatori e degli istituti educativi (è un fatto che le bandiere e le regole talebane vengono imposte alle istituzioni educative, creando un’atmosfera di paura, trauma e sfiducia che può portare alla radicalizzazione di giovani e bambini).

Cosa sono i bridge of peace?

La WFWP è animata dal desiderio di abbattere le barriere, per questo realizza Cerimonie di Gemellaggio, come “Ponti di pace e riconciliazione” tra donne appartenenti a paesi nemici o comunità etniche e religiose che magari vivono fianco a fianco all’interno di una nazione spesso in conflitto tra loro! A Padova 2018 per il centenario fine Prima guerra mondiale, tra donne italiane, slovene e austriache e in Medio Oriente tra donne ebree, musulmane.

Lo spirito è creare una rete tra leadership femminili improntata alla pace e, l’ufficio della WFWP Int. alle ONU a Ginevra, ha promosso attività con l’Associazione First Ladies for Peace, che coinvolge past, present first ladies e donne leader tra cui l’On. Emanuela Del Re, rappresentante dell’Unione europea per il SAHEL che ha partecipato lo scorso anno al convegno “il ruolo delle donne nella diplomazia internazionale” e parteciperà il prossimo 15 settembre al convegno Europeo “il contributo che le donne stanno portando ai processi di pace, prevenzione dei conflitti e sicurezza”. Infine, la dott.ssa Moon in collaborazione con altre organizzazioni per la pace, sta lavorando per promuovere la riunificazione della Corea, attraverso la creazione di un THINK THANK di esperti e leader politici mondiali, e altre iniziative, tra cui la Peace Road, evento svolto a Berlino a fine luglio, per ribadire il NO ALLA GUERRA e scongiurare che NUOVI MURI vengano costruiti in Europa. Io stessa ho portato il messaggio della WFWP davanti alla porta di Brandeburgo e nella manifestazione davanti al Parlamento tedesco.

Cristina Montagni

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