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Rapporto Nazioni Unite 2016: Disuguaglianza di genere ed emancipazione femminile in Africa

SE LO SVILUPPO NON E’ GENERATO, E’ PERICOLOSO 

UNDPConferenza delle Nazioni Unite.
La disuguaglianza di genere costa all’area sub-sahariana circa il 6% del PIL della regione, mettendo a repentaglio gli sforzi che il continente sopporta in termini di sviluppo umano e crescita economica. Questa è la denuncia riportata nel secondo Rapporto delle Nazioni Unite: “Advancing Gender Equality and Women’s Empowerment in Africa”, (UNDP). 

Helen Clark-Segretario Generale delle Nazioni Unite-dichiara che il raggiungimento della parità di genere e dell’empowerment delle donne è un imperativo per lo sviluppo, l’unica strada da intraprendere. Il rapporto UNDP analizza i diversi driver politici, economici e sociali che ostacolano all’avanzamento delle donne africane e propone azioni concrete per colmare il gender gap. Strumenti in grado di affrontare la contraddizione tra le disposizioni e le prassi nelle leggi di genere, abbattimento delle norme dannose per le donne, trasformazione dei contesti istituzionali/discriminatori, garantire maggiore partecipazione economica, sociale e politica delle donne.

Costi della disuguaglianza di genere

Ostacoli strutturali come la diseguale distribuzione delle risorse, potere e ricchezza, in combinazione con le istituzioni sociali e le norme che sostengono la disuguaglianza stanno tenendo lontane le donne africane dallo sviluppo sociale, economico e culturale. Il rapporto stima che ogni aumento di un punto percentuale nella disuguaglianza di genere, riduce l’indice di sviluppo umano del paese dello 0,75%. L’Indice di Sviluppo Umano (HDI) è una misura sintetica del rendimento medio dello sviluppo umano: vita lunga e sana, essere informati ed un buon livello di vita dignitosa. Il divario di genere è pesante nelle iscrizioni alla scuola primaria e nella partecipazione a tutte le attività di lavoro; bassa partecipazione femminile alla forza lavoro, alto tasso di mortalità materna. Il rapporto inoltre afferma che il 61% delle donne africane combatte quotidianamente l’esclusione economica, un lavoro sottopagato e sottovalutato. Il 66% dei posti di lavoro delle donne africane sono nel settore informale, mentre tra il 7 ed il 30% del tessuto imprenditoriale ha come manager una donna. Le attuali norme sociali sono un ostacolo al progresso delle donne africane. Limitare l’accesso all’istruzione, al lavoro dignitoso equamente retribuito, crea una profonda spaccatura nel tessuto societario che si traduce in bassi tassi di crescita economica per la difficoltà di accesso alle risorse economo-finanziarie. Il dato sconcertante è che oltre 17 milioni di donne e ragazze sono ancora “portatrici di acqua” con conseguenti rischi per la salute: danni ai muscoli e malattie legate all’acqua. Numerose ed altre motivazioni come la violenza sessuale, l’alta mortalità materna riducono enormemente la possibilità di aprire proprio conto bancario o avere accesso al micro-credito. Per queste ragioni il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo, secondo l’Agenda 2063, rimarrebbe una mera utopia. Colmare il gap di genere non sarebbe solo guidare l’Africa verso una crescita economica a due cifre, ma contribuirebbe in maniera significativa al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo.

Percorsi di parità di genere e l’empowerment delle donne

Affrontare la disuguaglianza di genere richiede una visione a 360 gradi da parte dei governi e dalla società intera, tenendo conto del benessere delle donne e delle opportunità economiche per una vita produttiva. Il rapporto propone diversi percorsi strategici per l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne:

  • pianificare e definire delle priorità di bilancio per l’uguaglianza di genere, rinunciando ad una visione politica ed economica di breve periodo per tracciare una roadmap di sviluppo inclusiva e stimolante.
  • affrontare il tema della revisione delle norme sociali.

Il rapporto raccomanda sei azioni per accelerare il processo di raggiungimento della parità e l’empowerment delle donne, in base agli obiettivi dell’Agenda 2063: 

  • adozione di approcci multi-settoriali nella promozione della parità di genere e l’empowerment delle donne. 
  • capacità dei governi di incoraggiare il coinvolgimento delle donne nei processi decisionali.
  • adozione di nuove riforme legislative.
  • garantire che le istituzioni nazionali siano in grado di delineare un quadro sociale forte e proattivo, in grado di sviluppare politiche in linea con le esigenze della società.
  • dare valore ai dati per migliorare il processo decisionale valutando l’impatto sia a livello locale che regionale. 
  • impegnarsi nella cooperazione regionale per l’attuazione di politiche ed iniziative di genere in tutti i settori produttivi.

Il raggiungimento della parità di genere e l’empowerment delle donne può essere raggiunto attraverso le alleanze dei diversi policy makers: governo, società civile, settore privato e cooperazione allo sviluppo. In questa prospettiva il Rapporto sollecita di istituire una banca d’investimento delle donne africane, pensare ad una “Certificazione per la parità di genere” e promuovere standard di parità nei luoghi di lavoro. 

Cristina Montagni

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