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Stati Generali della Natalità, Papa Francesco e il Premier Draghi riflettono sull’“inverno demografico”
“Questa è l’epoca delle grandi riflessioni collettive, si è perso l’ottimismo nei primi dieci anni di questo secolo ed è giunto il momento di rivedere la nostra vita sociale, ammettere le fragilità, essere sinceri ed ascoltare le voci che erano prima marginali”. Da qui parte la riflessione del Presidente del Consiglio Mario Draghi alla I edizione degli Stati Generali della natalità, convegno dedicato al futuro della demografia in Italia per rilanciare il Paese a partire da nuove nascite.
Papa Francesco – Pres. del Consiglio Mario Draghi – Pres. del forum delle Famiglie Gianluigi De Palo – Ph: Cristian Gennari
Il meeting – svolto in presenza il 14 maggio al foyer dell’Auditorium della Conciliazione a Roma con la partecipazione di Papa Francesco – è stato sostenuto da associazioni familiari, imprese, media e istituzioni per iniziare una nuova narrazione sulla questione natalità come indicato dal presidente del Forum, Gianluigi De Palo. Alla conferenza sono intervenuti la ministra per la Famiglia, Elena Bonetti, il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e la sindaca di Roma Virginia Raggi.

Il premier Draghi nell’intervento si è soffermato sui danni causati al pianeta, al nostro “inverno demografico” che con la pandemia ha determinato ripercussioni sull’equilibrio delle generazioni, sul welfare italiano e sull’allargamento delle disuguaglianze; tutti elementi che hanno inciso profondamente sulla nostra esistenza. “Avere il desiderio di costruire una famiglia orienta in maniera irreversibile la vita di ciascuno di noi e questa dimensione etica – fondante in tutte le società – è spesso negata o respinta in favore dell’affermazione individuale”. “Oggi” dice Draghi “è indispensabile abbattere queste barriere ideologiche e l’importanza di avere figli è un prodotto del miglioramento della condizione della donna, e non antitetico alla sua emancipazione”.
Lo Stato deve accompagnare questa consapevolezza ed investire nel miglioramento della condizione femminile e mettere la società – donne e uomini – in grado di formare una famiglia (in Italia il tasso di natalità è all’1,24 figli per donna). Nel nostro Paese sostiene Draghi esistono ragioni oggettive per la scarsa natalità che sono di natura economica ma se rapportate ad altre società più equilibrate, la natalità non va meglio anzi è in calo. Le motivazioni vanno ricercate nella mancanza di sicurezza e stabilità, un lavoro certo, una casa e un sistema di welfare e servizi per l’infanzia dove l’Italia è carente. Inoltre, i giovani fanno fatica a trovare lavoro ma qualora riescano a superare questo scoglio spesso sono costretti a rassegnarsi ad una perenne precarietà, da qui sfuma il sogno di acquistare una casa. La crisi sanitaria ha messo a dura prova la natalità e il declino è aumentato; nel 2020 sono nati solo 404 mila bambini, il 30% in meno rispetto a dieci anni fa, e sempre nel 2020 la differenza tra nascite e morti ha toccato il record negativo di 340 mila persone in meno.

Ph: Cristian Gennari
“Un’Italia senza figli” ha affermato Draghi “è un’Italia che non ha posto per il futuro è un Italia che lentamente finisce di esistere” e conferma che l’attuale Governo si sta impegnando per aiutare economicamente le coppie e le giovani donne. Sarà disposto un sostegno economico alle famiglie con figli attraverso l’assegno unico universale e da luglio entrerà in vigore per i lavoratori autonomi e i disoccupati che oggi non hanno accesso agli assegni familiari, infine, nel 2022 la misura sarà estesa agli altri lavoratori. In complesso le risorse messe a bilancio saranno oltre 21 miliardi di euro che si consolideranno negli anni a venire. In una recente dichiarazione ha elencato le misure a favore di giovani, donne e famiglie presenti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Le misure si riferiscono alla realizzazione di asili nido, scuole per l’infanzia, estensione del tempo pieno e il potenziamento delle infrastrutture scolastiche, investimenti nelle politiche attive sul lavoro, nelle competenze scientifiche e nell’apprendistato. Il PNRR prevede però una clausola per incentivare le imprese ad assumere più donne e giovani, condizione per partecipare agli investimenti previsti nel Piano. Infine, con il decreto “Imprese, lavoro, professioni” che sarà presentato nei prossimi giorni, lo Stato garantirà ai giovani gran parte del finanziamento per l’acquisto della prima casa con l’abbattimento degli oneri fiscali. Conclude il suo intervento dicendo che è “necessario aiutare i giovani a recuperare fiducia e determinazione per tornare a credere nel futuro, investendo in loro il nostro presente”.
Cristina Montagni
Italian Tech Week. Un salto nel futuro con i protagonisti mondiali dell’impact innovation
Dal 24 al 30 giugno Torino diventa la capitale indiscussa della tecnologia con i suoi 4 focus: Industry, Impact, Investments e Ideas.
Nasce così l’edizione zero dell’Italian Tech Week, progetto non profit dove per sette giorni un network nazionale formato da oltre 170 business Angel presenteranno un ricco programma di iniziative coinvolgendo eccellenze italiane ed europee del mondo della tecnologia, cultura e impresa. Questa prima edizione dell’ITW oltre al supporto della Camera di commercio di Torino, della Compagnia di San Paolo e della Fondazione bancaria Cassa di Risparmio di Torino, in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, è stata sostenuta da 11 associazioni e istituzioni dell’area torinese che avranno il compito di rafforzare l’integrazione dell’ecosistema territoriale dell’innovazione, offrire occasioni di riflessione per valorizzare gli aspetti economici e tecnologici che stanno a cuore alle imprese, startup, investitori e decisori pubblici. Sono previsti oltre 15 eventi gratuiti con diverse modalità di accesso tra workshop, gestori di fondi di venture capital e business Angel, presentazioni di startup e scale up, seminari e panel per studenti con esponenti dell’imprenditoria tech, laboratori per bambini e in generale per coloro che sono interessati alla tecnologia e alle sfide dell’impact innovation.
Agenda degli eventi
La settimana della tecnologia torinese si aprirà con uno spettacolo luminoso basato sulle evoluzioni coreografiche realizzate con l’utilizzo di droni ed altre tecnologie. Tra le iniziative ci sarà il Techshare Day 2019 del politecnico e università di Torino, in cui ricercatori e inventori provenienti da varie università e centri di ricerca italiani esporranno i loro brevetti e tecnologie. Grandi gruppi industriali racconteranno le esperienze di open innovation, con approfondimenti su energia, mobilità e aerospazio oltre che su salute, cibo e ambiente. Grazie a “La Tecnologia apre le porte”, le aziende a vocazione tecnologica apriranno le loro sedi per far “toccare con mano” le eccellenze dell’Innovation. Sarà poi la volta dell’UFO (Urban Flying Opera), un progetto tecnologico e artistico che sperimenta l’utilizzo di droni per realizzare dipinti e opere visive su ampie superfici presenti nello spazio urbano. Fablab for Kids e Share Festival organizzeranno l’”Estate Ragazzi Tech”. Quattro giornate dedicate ai giovani che frequentano programmi estivi presso le realtà torinesi, offrendo laboratori didattici alla scoperta dei lavori del futuro partendo dai 500 anni di Leonardo Da Vinci e 50 dall’Allunaggio. Il tutto attraverso la robotica, il coding, la stampa 3D, la creatività, l’arte e molto altro. E poi ancora all’Italian Tech WeekEnd saranno presenti oltre 250 giovani per dare vita al progetto innovativo più grande mai tentato in Italia: una no stop di 48 ore per ideare e realizzare un’idea tech che risponde ad un problema reale. L’UniCredit Tech Day consentirà a 10 scale up italiane di confrontarsi con investitori italiani e internazionali e il Club degli Investitori organizzerà il Premio Business Angel dell’anno, riconoscimento che premia l’investitore privato distintosi per capacità di sostenere la crescita di imprese innovative. Il Politecnico di Torino insieme al MISE-Uibm presenterà la piattaforma dei brevetti delle università e centri di ricerca italiani: un caso di best practice internazionale di trasferimento tecnologico per collegare l’innovazione nata dalla ricerca pubblica al mondo industriale. Per l’occasione si terrà la premiazione della prima edizione dell’Intellectual Property Award 2019, premio per il miglior brevetto italiano dell’anno. Non può poi mancare il mondo di Google che fornirà momenti di confronto sulle opportunità della “Google economy” e l’appuntamento con il CDI Labs che terrà nel corso della ITW il suo matchmaking day, incontro annuale per mettere in contatto grandi gruppi industriali con le migliori startup B2B europee. Infine, per ispirare i giovani founder a creare unicorni di successo in Europa, Fabiola Gianotti, direttrice del CERN e Daniel Ek, fondatore di Spotify, saranno intervistati da John Elkann della Fondazione Agnelli.
Queste sono alcune delle iniziative che si andranno ad aggiungere alle altre pianificate dall’ITW in collaborazione con le organizzazioni, aziende, associazioni non profit nazionali e internazionali.
Il programma completo con gli eventi ufficiali e le iniziative è consultabile al www.italiantechweek.org.
Cristina Montagni
Festival dello Sviluppo Sostenibile. L’Italia nel 2030 e 17 obiettivi dell’Agenda Onu 2030
“Senza di te lo sviluppo sostenibile non c’è”. Questo lo slogan che ha aperto la seconda edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, suscitando riflessioni sui 17 obiettivi dell’Agenda Onu 2030. I Sustainable Development Goals (SDGs) si focalizzano sulle sfide del nostro tempo: dalla povertà al lavoro, dall’educazione alle disuguaglianze, dall’energia alle infrastrutture, dalla cooperazione internazionale all’ambiente, fino all’innovazione. La conferenza, inaugurata al Maxxi di Roma, dal 22 maggio fino al 7 giugno offrirà sul territorio nazionale oltre 700 eventi tra convegni, dibattiti, presentazioni di libri, mostre, proiezioni di film, visite guidate, flashmob e appuntamenti che coinvolgeranno il mondo dell’economia, dell’impegno sociale, della cultura, dell’arte, dello spettacolo e dello sport per guidare l’Italia verso il sentiero dello sviluppo sostenibile. Promotrice dell’evento è l’ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) di cui Enrico Giovannini è portavoce. Il meeting che conta più di 200 adesioni tra università, fondazioni, società civile e imprese, ha suggerito una roadmap cui l’Italia deve tendere.
Lo Sviluppo sostenibile e le riflessioni di Enrico Giovannini portavoce dell’ASviS
Enrico Giovannini ha chiarito che il nostro Paese è lontano dall’integrazione economica, sociale e ambientale, e che sviluppo sostenibile vuol dire imparare a vivere nei limiti di un solo pianeta. “Le tecnologie” ha sottolineato “saranno le vere protagoniste che ci accompagneranno verso un’economia circolare, che consentiranno di aumentare la produzione, l’occupazione migliorando la redditività delle imprese senza distruggere l’ambiente”. “Un cambio di mentalità” dunque “che le prossime generazioni dovranno perseguire per raggiungere un approccio globale e futuro inclusivo. Occorre innovare, riqualificare, investire e trasformare”. “Ma perché non rimangano parole vuote”, ha specificato Giovannini, “bisogna intervenire con nuovi flussi di investimenti per trasformare l’attuale modello di sviluppo”.
L’insostenibilità, per il portavoce ASviS, deriva dalla povertà, dalle disuguaglianze, dalle guerre, dai conflitti sociali che mettono a rischio il quarto pilastro della sostenibilità, la cultura. “Il mondo” ha commentato “deve decidere se vuole assumersi la funzione “distopica” del futuro o “retrotopica”, ovvero la possibilità di tornare indietro per costruire un avvenire migliore in cui ognuno è chiamato a fare la propria parte. “L’Italia è sì in marcia verso lo sviluppo sostenibile, e una parte del Paese l’ha capito, ma difficilmente raggiungerà gli obiettivi indicati entro i termini concordati, a meno di un’azione determinata che orienti in questa direzione tutte le risorse disponibili, pubbliche e private”, ha ribadito Giovannini. La finanza nazionale, internazionale e l’Europa, hanno preso un impegno forte sulla finanza sostenibile. Sono 12mila i miliardi di euro stanziati in Europa per la finanza sostenibile nel triennio 2014-2016. Anche il Terzo settore, veri innovatori sociali, hanno trovato un nuovo modo per fare sinergia. “L’Italia ha però un futuro incerto per i rischi climatici e sociali, e secondo le previsioni”, ha proseguito Giovannini “con investimenti così contenuti non sembra possa raggiungere la transizione ecologica di cui avrebbe bisogno, così come non riuscirà a risolvere il problema della disoccupazione”. Per mancanza di strategie, assenza di una visione sistemica, e interventi focalizzati nel breve periodo, oggi l’Italia non è sostenibile. Quest’anno per la prima volta nel documento di Economia e Finanza saranno presentati i BES, indicatori sul benessere equo e sostenibile 2018-2021. I BES, composti da dodici indicatori, hanno lo scopo di misurare l’andamento delle disuguaglianze e il “benessere” dell’Italia. Le previsioni, ha spiegato Giovannini, mostrano che le disuguaglianze resteranno pronunciate, il tasso di mancata partecipazione al lavoro sarà elevato e le emissioni di CO2 non si ridurranno in linea con gli accordi di Parigi. Ma per raggiungere tali accordi, anche l’Europa dovrà rivedere le proprie politiche. Quindi, alla politica, alle imprese, alla finanza, alle amministrazioni, alla società civile, occorre chiarire che l’unica strada da percorrere è innovare, riqualificare, investire, trasformare.
A conclusione dell’intervento, Giovannini ha sottolineato che l’ASviS spingerà il nuovo Governo ad impegnarsi a realizzare una visione integrata del futuro del Paese e dell’Europa. Inoltre, ha lanciato un appello alle forze politiche per attuare le proposte contenute nel documento dell’Alleanza sottoscritto dalla maggior parte delle forze politiche durante la campagna elettorale.
- Rispettare gli Accordi di Parigi e ratificare le convenzioni e i protocolli internazionali già firmati dall’Italia che riguardano gli SDGs.
- Inserire in Costituzione il principio dello sviluppo sostenibile fino alla trasformazione del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) in Comitato interministeriale per lo sviluppo sostenibile, dalla regia di Palazzo Chigi delle politiche per l’Agenda 2030 alla creazione di un intergruppo parlamentare su queste tematiche.
- Istituire nell’ambito della Presidenza del Consiglio, un organismo permanente per la concertazione con la società civile delle politiche a favore della parità di genere.
- Raggiungere entro il 2025 una quota di Aps (associazioni a promozione sociale) pari allo 0,7% del Reddito Nazionale Lordo.
- Operare affinché l’Unione Europea metta l’Agenda 2030 al centro delle sue politiche.
“Solo così” ha concluso Giovannini “si può garantire che gli investimenti pubblici e privati, materiali e immateriali, siano orientati nella direzione auspicata, riqualificando il patrimonio esistente, investendo in nuove infrastrutture sostenibili, migliorando il capitale naturale e umano, a favore delle aree territoriali e dei gruppi sociali più deboli, per migliorare il benessere dei cittadini e ridurre le disuguaglianze di cui soffre l’Italia”.
La sostenibilità non è più una scelta
Per Virginia Raggi sindaca di Roma, il tema della sostenibilità è rilevante nel nostro tempo. Una sfida che coinvolge i paesi e i cittadini, e per realizzarla occorre attuare importanti modifiche economiche e sociali, ma soprattutto operare un cambio di mentalità. Solo un approccio culturale nuovo può generare un progetto connesso con il territorio, non limitato al solo sfruttamento delle risorse ma da una reciproca valorizzazione di esso, controllato e sostenibile, in grado di creare benessere sociale. Un modello inclusivo, che valorizzi il senso civico di appartenenza in ciascuno di noi. Secondo il Rapporto Asvis 2017, il raggiungimento degli obiettivi, ha spiegato la Raggi, dimostra che l’Italia sta migliorando sull’educazione, salute ed alimentazione, ma è in ritardo sulla povertà, disoccupazione, sulle disuguaglianze collegate all’ambiente e sull’economia circolare legata al cambiamento climatico. Inoltre, il rapporto McKinsey, ha aggiunto la Raggi, prevede che entro il 2050, il 50% della popolazione vivrà di più all’interno delle città metropolitane, consumando i 2/3 dell’energia globale e producendo oltre il 70% delle emissioni di gas serra. “Queste previsioni” ha sostenuto la sindaca “sono preoccupanti e la sfida lanciata dai 17 obiettivi dell’agenda è difficile, tuttavia la città di Roma è in “marcia” impiegando politiche che guardano ai bisogni della comunità, come l’adozione del nuovo Piano sociale cittadino”. Per Giovanna Melandri presidente della Fondazione Maxxi e della Human Foundation, la sfida nella misurazione dell’impatto sociale ed ambientale degli investimenti per uno sviluppo sostenibile, non è più una scelta. La Melandri ha citato le buone pratiche della Human Foundation, da sempre impegnata su iniziative sociali misurabili, come l’intervento sulle carceri per dimezzare il tasso di recidività, con il concorso di investitori privati che vengono risarciti dallo Stato se l’obiettivo è raggiunto.
Obiettivi inclusivi dell’Alleanza e della Commissione Europea
Affinché gli obiettivi non rimangano pura utopia, servirà un decennio di profonda e persistente innovazione economica, sociale e istituzionale, a dirlo è Pierluigi Stefanini presidente dell’ASviS. “L’alleanza” ha precisato “ha una natura inclusiva, una visione lungimirante di cooperazione in cui ognuno è chiamato a fare la propria parte per contrastare i cambiamenti climatici”. Beatrice Covassi, capo della rappresentanza in Italia della commissione europea, ha sostenuto che l’Europa da sempre è attenta alla strategia dei cambiamenti climatici, e il 2018 è un anno chiave, un anno di transizione verso un’economia circolare per un’Europa sostenibile. Ad aprile di quest’anno, ha aggiunto la rappresentante della commissione, il Parlamento Europeo ha approvato un pacchetto di misure per l’economia circolare, ponendo vincoli stringenti agli stati membri in materia di riciclo, riduzione degli sprechi, utilizzo e trasformazione di sostanze inquinanti. È stata anche promossa la prima strategia europea sulla plastica che mira entro il 2030 a rendere riciclabili tutti gli imballaggi presenti sul mercato incentivando i prodotti monouso. “Ogni anno” ha segnalato la Covassi, “i consumatori europei producono oltre 25 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica, solo in Europa vengono sprecati 88milioni di tonnellate di cibo ogni anno, e ogni individuo spreca circa 173kg di cibo l’anno. L’obiettivo dell’Agenda 2030 sarà quello di ridurre del 50% gli sprechi alimentari. Per le energie rinnovabili si è passati al 20% nel riutilizzo delle fonti rinnovabili, ma l’obiettivo sarà raggiungere il target minimo del 35% di riutilizzo delle rinnovabili entro il 2030. “Tutti questi goals” ha concluso la Covassi “devono passare attraverso un cambiamento di comportamenti responsabili a livello individuale e collettivo”.
Il ruolo delle istituzioni e imprese
“Penso che le statistiche degli ultimi mesi ci stiano dicendo che quello della sicurezza sul lavoro da molti è considerato un lusso, infatti si continua a morire per le stesse cause di 50-70 anni fa”. A dirlo è il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, sottolineando che “gli incidenti aumentano invece di diminuire”, avvertendo che “lo sviluppo sostenibile ha bisogno di una riduzione delle disuguaglianze e di una maggiore sicurezza sulle persone”. Virginio Merola, sindaco di Bologna e coordinatore delle città metropolitane per l’Agenda urbana sostenibile, ha sostenuto che la sfida si giocherà soprattutto sulle aree metropolitane, quindi sarà necessario fare un piano di investimenti, utilizzando i fondi europei per promuovere patti di collaborazione “dal basso” che coinvolgano i cittadini su impegni concreti.
“Nel nostro piano strategico” ha spiegato Patrizia Grieco presidente di Enel, “sono stati inseriti quattro punti dell’Agenda Onu, che vengono misurati con le stesse metriche con cui noi misuriamo gli obiettivi economico finanziari”. “L’azienda” ha commentato la Grieco “è attenta ai temi dell’economia circolare e sta cercando per la filiera industriale di seguire un percorso secondo le nostre regole aziendali”. Mario Cerutti Chief Institutional della Lavazza parla di un approccio olistico alla sostenibilità. “I programmi attuali e futuri dell’azienda” ha specificato la presidente di Enel “saranno quelli di seguire la matrice dei 17 Sustainable Development Goals, che vedranno il coinvolgimento delle comunità del caffè, ma anche i collaboratori, i fornitori, i consumatori e la società civile”.
La finanza per lo sviluppo sostenibile
Antonella Baldino Chief Business Officer della Cassa Depositi e Prestiti, ha riferito che la finanza sostenibile oltre ad essere una realtà per gli investitori nella scelta del finaziamento, è una necessità, quella cioè di adeguarsi al contesto e alle priorità della sostenibilità. In concreto le obbligazioni green sono cresciute di oltre il 46%, passando dai 43 miliardi nel 2015 ai 135 miliardi di emissioni nel 2017. La finanza sociale è aumentata da 15 miliardi a 26 miliardi di dollari con un incremento medio annuo di più del 30%. Accanto al comparto dei green bond si è poi sviluppato il settore dei social bond che ha visto un’impennata nel 2017 con oltre 5 miliardi di dollari. Ciò significa che si stanno facendo strada strumenti finanziari dedicati alla sostenibilità, ha spiegato la Baldino. “Non si tratta solo di un obiettivo di politica economica” ha aggiunto “ma una variabile importante nelle scelte di investimento per operatori finanziari privati”. Il traguardo della sostenibilità, ha aggiunto, interseca tutti i vettori della cassa, dagli interventi sul territorio alle infrastrutture, al supporto delle piccole e medie imprese per l’accesso al credito, fino alla riqualificazione di quelle coinvolte nelle calamità naturali e all’edilizia scolastica. Andrea Casini Co-Head Italy della UniCredit, ha messo in evidenza l’attenzione del gruppo alle piccole e medie imprese puntando sulla formazione per creare una cultura finanziaria diversa. Nel 2017 il gruppo bancario ha lanciato il programma “social impact banking” per finanziare la nascita di startup attraverso il microcredito. “In sostanza” ha spiegato Casini “è emersa da parte dei giovani una spiccata sensibilità alla sostenibilità. In conclusione, per Casini, occorre offrire ai giovani strumenti per sviluppare le proprie attività, in assenza di un reale sostegno, potrebbero realizzare la loro idea all’estero. Marisa Parmigiani Responsabile della sostenibilità di Unipol, ha spiegato che l’azienda ha allargato la sanità integrativa a categorie sociali deboli e a giovani che non hanno accesso a un mercato di lavoro strutturato, allargando la capacità assicurativa.
L’innovazione sociale per lo sviluppo sostenibile
“Il ruolo della Coop” ha spiegato Stefano Bassi presidente di Ancc-Coop “è sostenere un cambiamento nella produzione e nel consumo, responsabilizzando le imprese, i singoli fornitori e il consumatore finale”. Coop, ha commentato Bassi, può essere un esempio di equilibrio nel mercato volta a informare e incoraggiare l’acquisto di prodotti sostenibili, partendo dal presupposto che la scelta di un punto vendita può fare la differenza. Carlo Borgomeo presidente della Fondazione con il Sud, ha sottolineato la crisi epocale del welfare e nello stesso tempo la maggiore attenzione del mondo profit ai temi sociali. Secondo Borgomeo bisogna fare uno sforzo per aumentare l’innovazione e dare maggiore slancio al welfare aziendale tenendo presente l’aumento smisurato delle diseguaglianze sociali e dei diritti negati. “È necessario” ha aggiunto “che i temi della sostenibilità non siano accessori, ma siano al centro della politica cambiando la gerarchia delle priorità, affermando che il sistema sociale viene prima del fattore economico”. Antonio Gaudioso Segretario generale di Cittadinanzattiva ha dichiarato che sono sempre più evidenti le disuguaglianze tra cittadini. “Esistono regioni in grado di assicurare servizi e prestazioni all’avanguardia, mentre altre fanno fatica a garantire livelli minimi di assistenza”. “Vogliamo che tutti i cittadini” ha concluso Gaudioso “abbiano lo stesso diritto alla salute e che tale diritto nel nostro Paese sia considerato un elemento imprescindibile di coesione sociale e di sviluppo sostenibile”.