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Maker Faire Roma 2018

Maker Faire Roma 2018, evento europeo sull’innovazione, giunto alla sua sesta edizione, è stato presentato il 12 settembre alla Camera di Commercio di Roma dal presidente della camera di commercio, Lorenzo Tagliavanti, dalla Sindaca di Roma, Virginia Raggi e dall’assessore allo sviluppo economico della Regione Lazio, Gian Paolo Manzella.

Maker Faire 2018

Scuole, università e centri di ricerca

La kermesse che si svolgerà dal 12 al 14 ottobre alla Fiera di Roma, su un’area di 100 mila metri quadrati, vedrà la partecipazione di 25 università e centri di ricerca, 55 scuole selezionate in rappresentanza di tutte le regioni italiane, 46 istituti secondari di secondo livello, 4 ITS (Istituti Tecnici Superiori) e 5 scuole appartenenti all’Unione Europea (2 provenienti dalla Grecia, 1 dalla Romania, 1 dalla Slovenia e 1 dall’Ungheria). Inoltre, a tutte le scuole che hanno partecipato alla Call for Schools, in collaborazione con il Miur (Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca), è stato garantito uno spazio gratuito all’interno della Maker Faire per esporre i propri progetti innovativi.

I temi della Maker Faire Roma 2018

In totale oltre mille progetti provenienti da 61 nazioni diverse, animeranno 7 padiglioni di innovazione, startup, electronics fabrication, sviluppo di programmi open source, robotica, aerospazio, cibo, inventori e artigiani digitali. Per l’occasione verranno presentati 25 progetti di ITS, che spaziano dall’utilizzo della sensoristica per la gestione dei caseifici, alla realtà virtuale per animare siti storico-artistici, alle stazioni di ricarica trasportabile per bici elettriche fino ai robot che gestiscono gli allevamenti di polli.

La manifestazione si conferma particolarmente adatta alle famiglie e ai bambini dai 4 ai 12 anni che avranno a disposizione un settore di diecimila metri quadrati, in cui i giovani aspiranti maker potranno partecipare alle attività didattiche e laboratori per sperimentare in prima persona le tecnologie e lo spirito makers grazie al coding, al making e alla creatività digitale. L’offerta formativa verrà garantita dalla Scuola di Robotica, che oltre alla formazione certificata per docenti e educatori, lancerà la prima edizione di “Humanoids Festival”: un hackaton a squadre dove si sfideranno nella programmazione diversi tipi di robot umanoidi.

La sesta edizione di Maker Faire 2018 presenterà diverse novità tra cui un intero padiglione dedicato all’economia circolare, un concentrato sulla trasformazione sociale ed economica che sta modificando i nostri stili di vita. Uno spazio sarà dedicato a mostrare percorsi virtuosi sviluppati da aziende visionarie che da anni hanno abbandonato i vecchi modelli produttivi “lineari” per fare posto a giovani startuppers. Le nuove imprese avranno il compito di presentare come l’innovazione tecnologica, nel mondo dell’economia circolare, sia sinonimo di creatività.

Ci sarà poi chi riesce a trasformare la canapa in bioplastica per stampare con tecnologie 3D, chi produce tessuti utilizzando gli scarti provenienti dalle lavorazioni casearie o fibre tessili e lane riciclate, chi realizza prodotti farmaceutici dagli insetti o offre soluzioni al recupero edilizio con colture microbiche, chi invece offre una bioraffineria in scatola per usi domestici.

Molti saranno i giochi interattivi per i più giovani, un “fitto” programma di talk e incontri dove i protagonisti dell’economia circolare esporranno ai visitatori le loro innovazioni. L’Eni (Ente Nazionale idrocarburi) avrà a disposizione uno spazio espositivo di circa 500 mq, dove verrà allestito un ristorante circolare che mostrerà l’impatto concreto sulla vita delle persone attraverso la valorizzazione del rifiuto solido urbano per trasformarla in energia e in un biocarburante di seconda generazione. In “tempo reale” si assisterà alla produzione di biodiesel da oli di frittura esausti e riciclo di polistirene per la produzione di polistirene espandibile destinato al settore dell’isolamento termico. Nel ristorante i visitatori, dopo aver consumato pietanze fritte oppure bevuto bevande centrifugate, diventeranno autori del ciclo di trasformazione, all’interno dei processi industriali degli scarti generati dalla cucina in nuove risorse.

Si spazia poi dall’internet delle cose all’intelligenza artificiale fino alla manifattura digitale, passando per il cibo del futuro alla sensoristica, mobilità smart, riciclo e riuso, realtà virtuale, salute e benessere, biotecnologie e droni. Non mancherà un’area per parlare di spazio, dove verrà allestita una zona dedicata al programma Apollo, un’anteprima del cinquantennale del primo sbarco sulla luna che si celebrerà nel 2019. I protagonisti di questa sezione saranno i pionieri che realizzarono i primi satelliti della serie San Marco.

Maker Faire Rome contest 2018

L’edizione 2018, si arricchisce di contest e iniziative finalizzate a valorizzare i migliori progetti, per garantire un reale riconoscimento al valore della creatività esposta durante la manifestazione. 

Tra i contest proposti quest’anno verrà presentato MakeIn’Africa promosso da Eni che nasce dalla volontà di supportare e diffondere la realizzazione di soluzioni tecnologiche innovative a sostegno dell’accesso all’energia, di un’economia circolare e dell’efficienza energetica nel continente africano.

L’iniziativa Make to Care, promossa da Sanofi Genzyme, sosterrà azioni al fine di facilitare la diffusione di soluzioni innovative per incontrare i bisogni delle persone affette da qualunque forma di disabilità, intesa come diminuzione della qualità della vita a causa di patologie rare, sclerosi multipla, oncologia e immunologia e/o eventi traumatici.

IGPDecaux, leader nella comunicazione esterna in Italia, lancerà una Social Innovation Challenge volta a mantenere vivo il dialogo sui nuovi usi tecnologici degli spazi pubblici urbani. Per l’occasione verrà chiesto ai partecipanti di lavorare con metodi all’avanguardia per progettare nuove pratiche nell’uso dello spazio pubblico urbano, inclusivo e collaborativo, indotte dallo sviluppo tecnologico, che siano facilitati da servizi finanziabili con la vendita di pubblicità.

Appuntamenti Maker Faire 2018

La Regione Lazio anche quest’anno avrà un proprio stand espositivo, nel quale coinvolgerà 5 province laziali con l’esposizione di 18 prototipi e la presentazione di 18 progetti provenienti da tutto il territorio regionale attraverso la Call4Makers. Nell’ambito del progetto Startupper School Academy, la Regione ha inoltre selezionato i progetti più interessanti per animare lo spazio espositivo nel quale sarà presente anche un presidio “venture capital” per illustrare gli strumenti a disposizione all’ecosistema delle startup e dei fondi di investimento. Infine, per il settore Spazio, Space for makers, saranno presenti alcune startup selezionate dallo Spazio Attivo Roma Tecnopolo che parteciperanno al programma ESA BIC Lazio che si rivolge a imprenditori e ricercatori con idee innovative sul tema.

“Il tema dell’economia circolare, insieme alla robotica e all’intelligenza artificiale” ha spiegato Tagliavanti “sarà centrale nell’edizione Maker Faire 2018. Questi settori rappresentano l’interesse maggiore per la radicale trasformazione sociale ed economica che sta cambiando rapidamente i nostri stili di vita”.

“La Maker Faire” ha commentato la sindaca Virginia Raggi “è una fiera importantissima nella quale innovatori e maker presenteranno le loro invenzioni che possono essere utilizzate nella vita di tutti giorni e dalle aziende, ma soprattutto possono offrire idee per nuovi progetti che le amministrazioni possono adottare”. “Stiamo crescendo una generazione che penserà in digitale” ha concluso la Raggi “e Roma sta sviluppando progetti in 5G tra mobilità, sicurezza, sorveglianza e raccolta differenziata sperimentando nuovi sistemi per le attività commerciali”.

Cristina Montagni

Festival dello Sviluppo Sostenibile. L’Italia nel 2030 e 17 obiettivi dell’Agenda Onu 2030

“Senza di te lo sviluppo sostenibile non c’è”. Questo lo slogan che ha aperto la seconda edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, suscitando riflessioni sui 17 obiettivi dell’Agenda Onu 2030. I Sustainable Development Goals (SDGs) si focalizzano sulle sfide del nostro tempo: dalla povertà al lavoro, dall’educazione alle disuguaglianze, dall’energia alle infrastrutture, dalla cooperazione internazionale all’ambiente, fino all’innovazione. La conferenza, inaugurata al Maxxi di Roma, dal 22 maggio fino al 7 giugno offrirà sul territorio nazionale oltre 700 eventi tra convegni, dibattiti, presentazioni di libri, mostre, proiezioni di film, visite guidate, flashmob e appuntamenti che coinvolgeranno il mondo dell’economia, dell’impegno sociale, della cultura, dell’arte, dello spettacolo e dello sport per guidare l’Italia verso il sentiero dello sviluppo sostenibile. Promotrice dell’evento è l’ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) di cui Enrico Giovannini è portavoce. Il meeting che conta più di 200 adesioni tra università, fondazioni, società civile e imprese, ha suggerito una roadmap cui l’Italia deve tendere. 

Lo Sviluppo sostenibile e le riflessioni di Enrico Giovannini portavoce dell’ASviS

Enrico Giovannini ha chiarito che il nostro Paese è lontano dall’integrazione economica, sociale e ambientale, e che sviluppo sostenibile vuol dire imparare a vivere nei limiti di un solo pianeta. “Le tecnologie” ha sottolineato “saranno le vere protagoniste che ci accompagneranno verso un’economia circolare, che consentiranno di aumentare la produzione, l’occupazione migliorando la redditività delle imprese senza distruggere l’ambiente”. “Un cambio di mentalità” dunque “che le prossime generazioni dovranno perseguire per raggiungere un approccio globale e futuro inclusivo. Occorre innovare, riqualificare, investire e trasformare”. “Ma perché non rimangano parole vuote”, ha specificato Giovannini, “bisogna intervenire con nuovi flussi di investimenti per trasformare l’attuale modello di sviluppo”.

L’insostenibilità, per il portavoce ASviS, deriva dalla povertà, dalle disuguaglianze, dalle guerre, dai conflitti sociali che mettono a rischio il quarto pilastro della sostenibilità, la cultura. “Il mondo” ha commentato “deve decidere se vuole assumersi la funzione “distopica” del futuro o “retrotopica”, ovvero la possibilità di tornare indietro per costruire un avvenire migliore in cui ognuno è chiamato a fare la propria parte. “L’Italia è sì in marcia verso lo sviluppo sostenibile, e una parte del Paese l’ha capito, ma difficilmente raggiungerà gli obiettivi indicati entro i termini concordati, a meno di un’azione determinata che orienti in questa direzione tutte le risorse disponibili, pubbliche e private”, ha ribadito Giovannini. La finanza nazionale, internazionale e l’Europa, hanno preso un impegno forte sulla finanza sostenibile. Sono 12mila i miliardi di euro stanziati in Europa per la finanza sostenibile nel triennio 2014-2016. Anche il Terzo settore, veri innovatori sociali, hanno trovato un nuovo modo per fare sinergia. “L’Italia ha però un futuro incerto per i rischi climatici e sociali, e secondo le previsioni”, ha proseguito Giovannini “con investimenti così contenuti non sembra possa raggiungere la transizione ecologica di cui avrebbe bisogno, così come non riuscirà a risolvere il problema della disoccupazione”. Per mancanza di strategie, assenza di una visione sistemica, e interventi focalizzati nel breve periodo, oggi l’Italia non è sostenibile. Quest’anno per la prima volta nel documento di Economia e Finanza saranno presentati i BES, indicatori sul benessere equo e sostenibile 2018-2021. I BES, composti da dodici indicatori, hanno lo scopo di misurare l’andamento delle disuguaglianze e il “benessere” dell’Italia. Le previsioni, ha spiegato Giovannini, mostrano che le disuguaglianze resteranno pronunciate, il tasso di mancata partecipazione al lavoro sarà elevato e le emissioni di CO2 non si ridurranno in linea con gli accordi di Parigi. Ma per raggiungere tali accordi, anche l’Europa dovrà rivedere le proprie politiche. Quindi, alla politica, alle imprese, alla finanza, alle amministrazioni, alla società civile, occorre chiarire che l’unica strada da percorrere è innovare, riqualificare, investire, trasformare.

A conclusione dell’intervento, Giovannini ha sottolineato che l’ASviS spingerà il nuovo Governo ad impegnarsi a realizzare una visione integrata del futuro del Paese e dell’Europa. Inoltre, ha lanciato un appello alle forze politiche per attuare le proposte contenute nel documento dell’Alleanza sottoscritto dalla maggior parte delle forze politiche durante la campagna elettorale.

  • Rispettare gli Accordi di Parigi e ratificare le convenzioni e i protocolli internazionali già firmati dall’Italia che riguardano gli SDGs.
  • Inserire in Costituzione il principio dello sviluppo sostenibile fino alla trasformazione del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) in Comitato interministeriale per lo sviluppo sostenibile, dalla regia di Palazzo Chigi delle politiche per l’Agenda 2030 alla creazione di un intergruppo parlamentare su queste tematiche.
  • Istituire nell’ambito della Presidenza del Consiglio, un organismo permanente per la concertazione con la società civile delle politiche a favore della parità di genere.
  • Raggiungere entro il 2025 una quota di Aps (associazioni a promozione sociale) pari allo 0,7% del Reddito Nazionale Lordo.
  • Operare affinché l’Unione Europea metta l’Agenda 2030 al centro delle sue politiche.

“Solo così” ha concluso Giovannini “si può garantire che gli investimenti pubblici e privati, materiali e immateriali, siano orientati nella direzione auspicata, riqualificando il patrimonio esistente, investendo in nuove infrastrutture sostenibili, migliorando il capitale naturale e umano, a favore delle aree territoriali e dei gruppi sociali più deboli, per migliorare il benessere dei cittadini e ridurre le disuguaglianze di cui soffre l’Italia”.

La sostenibilità non è più una scelta

Per Virginia Raggi sindaca di Roma, il tema della sostenibilità è rilevante nel nostro tempo. Una sfida che coinvolge i paesi e i cittadini, e per realizzarla occorre attuare importanti modifiche economiche e sociali, ma soprattutto operare un cambio di mentalità. Solo un approccio culturale nuovo può generare un progetto connesso con il territorio, non limitato al solo sfruttamento delle risorse ma da una reciproca valorizzazione di esso, controllato e sostenibile, in grado di creare benessere sociale. Un modello inclusivo, che valorizzi il senso civico di appartenenza in ciascuno di noi. Secondo il Rapporto Asvis 2017, il raggiungimento degli obiettivi, ha spiegato la Raggi, dimostra che l’Italia sta migliorando sull’educazione, salute ed alimentazione, ma è in ritardo sulla povertà, disoccupazione, sulle disuguaglianze collegate all’ambiente e sull’economia circolare legata al cambiamento climatico. Inoltre, il rapporto McKinsey, ha aggiunto la Raggi, prevede che entro il 2050, il 50% della popolazione vivrà di più all’interno delle città metropolitane, consumando i 2/3 dell’energia globale e producendo oltre il 70% delle emissioni di gas serra. “Queste previsioni” ha sostenuto la sindaca “sono preoccupanti e la sfida lanciata dai 17 obiettivi dell’agenda è difficile, tuttavia la città di Roma è in “marcia” impiegando politiche che guardano ai bisogni della comunità, come l’adozione del nuovo Piano sociale cittadino”. Per Giovanna Melandri presidente della Fondazione Maxxi e della Human Foundation, la sfida nella misurazione dell’impatto sociale ed ambientale degli investimenti per uno sviluppo sostenibile, non è più una scelta. La Melandri ha citato le buone pratiche della Human Foundation, da sempre impegnata su iniziative sociali misurabili, come l’intervento sulle carceri per dimezzare il tasso di recidività, con il concorso di investitori privati che vengono risarciti dallo Stato se l’obiettivo è raggiunto.

Obiettivi inclusivi dell’Alleanza e della Commissione Europea 

Affinché gli obiettivi non rimangano pura utopia, servirà un decennio di profonda e persistente innovazione economica, sociale e istituzionale, a dirlo è Pierluigi Stefanini presidente dell’ASviS. “L’alleanza” ha precisato “ha una natura inclusiva, una visione lungimirante di cooperazione in cui ognuno è chiamato a fare la propria parte per contrastare i cambiamenti climatici”. Beatrice Covassi, capo della rappresentanza in Italia della commissione europea, ha sostenuto che l’Europa da sempre è attenta alla strategia dei cambiamenti climatici, e il 2018 è un anno chiave, un anno di transizione verso un’economia circolare per un’Europa sostenibile. Ad aprile di quest’anno, ha aggiunto la rappresentante della commissione, il Parlamento Europeo ha approvato un pacchetto di misure per l’economia circolare, ponendo vincoli stringenti agli stati membri in materia di riciclo, riduzione degli sprechi, utilizzo e trasformazione di sostanze inquinanti. È stata anche promossa la prima strategia europea sulla plastica che mira entro il 2030 a rendere riciclabili tutti gli imballaggi presenti sul mercato incentivando i prodotti monouso. “Ogni anno” ha segnalato la Covassi, “i consumatori europei producono oltre 25 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica, solo in Europa vengono sprecati 88milioni di tonnellate di cibo ogni anno, e ogni individuo spreca circa 173kg di cibo l’anno. L’obiettivo dell’Agenda 2030 sarà quello di ridurre del 50% gli sprechi alimentari. Per le energie rinnovabili si è passati al 20% nel riutilizzo delle fonti rinnovabili, ma l’obiettivo sarà raggiungere il target minimo del 35% di riutilizzo delle rinnovabili entro il 2030. “Tutti questi goals” ha concluso la Covassi “devono passare attraverso un cambiamento di comportamenti responsabili a livello individuale e collettivo”.

Il ruolo delle istituzioni e imprese

“Penso che le statistiche degli ultimi mesi ci stiano dicendo che quello della sicurezza sul lavoro da molti è considerato un lusso, infatti si continua a morire per le stesse cause di 50-70 anni fa”. A dirlo è il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, sottolineando che “gli incidenti aumentano invece di diminuire”, avvertendo che “lo sviluppo sostenibile ha bisogno di una riduzione delle disuguaglianze e di una maggiore sicurezza sulle persone”. Virginio Merola, sindaco di Bologna e coordinatore delle città metropolitane per l’Agenda urbana sostenibile, ha sostenuto che la sfida si giocherà soprattutto sulle aree metropolitane, quindi sarà necessario fare un piano di investimenti, utilizzando i fondi europei per promuovere patti di collaborazione “dal basso” che coinvolgano i cittadini su impegni concreti.

“Nel nostro piano strategico” ha spiegato Patrizia Grieco presidente di Enel, “sono stati inseriti quattro punti dell’Agenda Onu, che vengono misurati con le stesse metriche con cui noi misuriamo gli obiettivi economico finanziari”. “L’azienda” ha commentato la Grieco “è attenta ai temi dell’economia circolare e sta cercando per la filiera industriale di seguire un percorso secondo le nostre regole aziendali”. Mario Cerutti Chief Institutional della Lavazza parla di un approccio olistico alla sostenibilità. “I programmi attuali e futuri dell’azienda” ha specificato la presidente di Enel “saranno quelli di seguire la matrice dei 17 Sustainable Development Goals, che vedranno il coinvolgimento delle comunità del caffè, ma anche i collaboratori, i fornitori, i consumatori e la società civile”.  

La finanza per lo sviluppo sostenibile

Antonella Baldino Chief Business Officer della Cassa Depositi e Prestiti, ha riferito che la finanza sostenibile oltre ad essere una realtà per gli investitori nella scelta del finaziamento, è una necessità, quella cioè di adeguarsi al contesto e alle priorità della sostenibilità. In concreto le obbligazioni green sono cresciute di oltre il 46%, passando dai 43 miliardi nel 2015 ai 135 miliardi di emissioni nel 2017. La finanza sociale è aumentata da 15 miliardi a 26 miliardi di dollari con un incremento medio annuo di più del 30%. Accanto al comparto dei green bond si è poi sviluppato il settore dei social bond che ha visto un’impennata nel 2017 con oltre 5 miliardi di dollari. Ciò significa che si stanno facendo strada strumenti finanziari dedicati alla sostenibilità, ha spiegato la Baldino. “Non si tratta solo di un obiettivo di politica economica” ha aggiunto “ma una variabile importante nelle scelte di investimento per operatori finanziari privati”. Il traguardo della sostenibilità, ha aggiunto, interseca tutti i vettori della cassa, dagli interventi sul territorio alle infrastrutture, al supporto delle piccole e medie imprese per l’accesso al credito, fino alla riqualificazione di quelle coinvolte nelle calamità naturali e all’edilizia scolastica. Andrea Casini Co-Head Italy della UniCredit, ha messo in evidenza l’attenzione del gruppo alle piccole e medie imprese puntando sulla formazione per creare una cultura finanziaria diversa. Nel 2017 il gruppo bancario ha lanciato il programma “social impact banking” per finanziare la nascita di startup attraverso il microcredito. “In sostanza” ha spiegato Casini “è emersa da parte dei giovani una spiccata sensibilità alla sostenibilità. In conclusione, per Casini, occorre offrire ai giovani strumenti per sviluppare le proprie attività, in assenza di un reale sostegno, potrebbero realizzare la loro idea all’estero. Marisa Parmigiani Responsabile della sostenibilità di Unipol, ha spiegato che l’azienda ha allargato la sanità integrativa a categorie sociali deboli e a giovani che non hanno accesso a un mercato di lavoro strutturato, allargando la capacità assicurativa.

L’innovazione sociale per lo sviluppo sostenibile

“Il ruolo della Coop” ha spiegato Stefano Bassi presidente di Ancc-Coop “è sostenere un cambiamento nella produzione e nel consumo, responsabilizzando le imprese, i singoli fornitori e il consumatore finale”. Coop, ha commentato Bassi, può essere un esempio di equilibrio nel mercato volta a informare e incoraggiare l’acquisto di prodotti sostenibili, partendo dal presupposto che la scelta di un punto vendita può fare la differenza. Carlo Borgomeo presidente della Fondazione con il Sud, ha sottolineato la crisi epocale del welfare e nello stesso tempo la maggiore attenzione del mondo profit ai temi sociali. Secondo Borgomeo bisogna fare uno sforzo per aumentare l’innovazione e dare maggiore slancio al welfare aziendale tenendo presente l’aumento smisurato delle diseguaglianze sociali e dei diritti negati. “È necessario” ha aggiunto “che i temi della sostenibilità non siano accessori, ma siano al centro della politica cambiando la gerarchia delle priorità, affermando che il sistema sociale viene prima del fattore economico”. Antonio Gaudioso Segretario generale di Cittadinanzattiva ha dichiarato che sono sempre più evidenti le disuguaglianze tra cittadini. “Esistono regioni in grado di assicurare servizi e prestazioni all’avanguardia, mentre altre fanno fatica a garantire livelli minimi di assistenza”. “Vogliamo che tutti i cittadini” ha concluso Gaudioso “abbiano lo stesso diritto alla salute e che tale diritto nel nostro Paese sia considerato un elemento imprescindibile di coesione sociale e di sviluppo sostenibile”.

Cristina Montagni