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Il FUTURO DELL’ITALIA CON IL PNRR

La soglia di povertà in Italia dal 3,3% nel 2005 è passata al 7,7% nel 2019 con un picco del 9,4% nel 2020. Il Paese con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dovrà intervenire su lavoro, digitalizzazione, transizione verde, mobilità, trasporti, istruzione, formazione, inserimento al lavoro di donne e giovani, dove l’occupazione femminile è al 53,8% contro una media europea del 67,3%. Tra le missioni del Piano ci sono l’inclusione sociale, la coesione e la sostenibilità per attuare riforme strutturali di cui il Paese ha bisogno. Da qui la giornata informativa organizzata a fine aprile dalla Direzione Rai – Radiotelevisione italiana e Usigrai (Unione Sindacale Giornalisti Rai), per fornire dati in un paese in cui spesso si parla del percepito e non della realtà sostenuta da evidenze numeriche. A spiegare le modalità del PNRR, alcuni esponenti della Rai insieme a Carmine Di Nuzzo, ispettore generale per il PNRR-MEF, Ugo Liberatore, ufficio rendicontazione e controllo MEF, Biancamaria Volpe, ufficio monitoraggio MEF, Luca Mattia, ufficio attuazione della ragioneria Generale dello Stato e Antonella Merola, responsabile della gestione finanziaria del Ministero dell’economia e finanze.

Il tavolo sul PNRR nasce per scopi istituzionali e sociali. Da un lato le istituzioni comunicano al Paese le finalità del Piano, dall’altro l’informazione interagisce con le istituzioni attraverso assemblee territoriali, comuni, regioni e Terzo settore che saranno gestiti a livello nazionale per raccontarne i contenuti. Un percorso strutturato in venti momenti in cui istituzioni e organi territoriali potranno raccogliere i bisogni delle comunità locali.

Cosa c’è da sapere del Piano

Il PNRR non è un programma di spesa ma un progetto per raggiungere risultati e obiettivi; una leva economica per realizzare riforme necessarie per il Paese. Le risorse accordate sono debiti contratti a tassi agevolati dove l’Italia ha ottenuto dall’Unione Europea 70 miliardi di euro e rendicontato 400 milioni di euro. Con il PNRR dovrà gestire 222,1 miliardi di euro in cinque anni, un’opportunità per intervenire su giovani, mezzogiorno ed emarginati. Per monitorare questi fondi verrà predisposta fino al 2026 una piattaforma condivisa nella quale si potrà accedere a documenti pubblici, open data, relazioni della Corte dei conti, del Parlamento, della Commissione Europea, informazioni della società civile e rassegna stampa compreso i materiali che la RAI produce per il Piano.

Missioni dell’Italia

Nel programma Next Generation EU, creato dalla Commissione Europea per far fronte alla crisi pandemica, sono inseriti strumenti del dispositivo di Ripresa e Resilienza che finanzia i piani dei Paesi dell’Unione. Nel 2020 l’Unione Europea per rilanciarne la crescita ha disposto il primo programma di indebitamento cambiando di fatto la politica dell’Unione. Un disegno complesso nel quale vengono erogati 750 miliardi di euro e prevedono finanziamenti con un relativo indebitamento che l’UE ha con i propri partner; prestiti agevolati relativi alla transizione energetica e digitale, sostenibilità, infrastrutture sociali, investimenti in educazione, istruzione, ricerca, supporto all’occupazione, superamento delle diversità e innovazione del sistema sanitario. Il Governo italiano accanto alla quota destinata a livello nazionale, ha aggiunto nuove risorse per sostenere progetti coerenti con gli investimenti ed altre riforme da fare.

Il Piano è strutturato in 6 missioni, e l’Italia si è impegnata con la CE a raggiungere gli obiettivi entro il 2026 per dimostrare di essere un paese moderno in grado di rafforzare il suo potenziale di crescita. Con la Commissione ha concordato 191,5 miliardi di euro per realizzare opere cruciali in parte già raggiunte. Dal lancio del piano – due anni dalla programmazione – ha concluso la riforma della giustizia civile, penale ed insolvenza, quella della PA che permetterà di “mettere a terra” gli investimenti. Non si tratta solo di cambiamenti orizzontali, ma missioni abilitanti per attrarre investimenti dall’estero; lo scorso anno è stata accolta fino al 2026 la riforma della concorrenza per aumentare le possibilità per le imprese di fare business, infine di recente è stato approvato il nuovo codice degli appalti che consente di operare sul mercato. Tra le riforme ci sono anche quelle settoriali: approvazione della misura sul lavoro sommerso, disabilità, scuola (riforma dei docenti).

In sintesi, l’Italia dovrà realizzare progetti in grado di coprire il 25% delle risorse dedicate alla digitalizzazione che andranno alla PA e alla scuola. Il 37,5% degli investimenti andranno alla transizione digitale ed ecologica mentre il 40% alle regioni del mezzogiorno. Tra i temi del PNRR c’è il DNSH – Do No Significant Harm dove la Commissione ha imposto agli Stati membri di sostenere opere in grado di non arrecare danni all’ambiente.

PNRR: traguardi e obiettivi

Rispetto al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’Italia dovrà raggiungere 527 obiettivi e target europei entro giugno 2026, successivamente disporrà di 191,5 miliardi di euro. Tra i target ci sono 264 mila nuovi posti per asili nido destinati al territorio e riforme sulla digitalizzazione, transizione green, infrastrutture e mobilità sostenibile per il periodo 2021 – 2026. Nei primi due anni sono state definite riforme che hanno permesso di ricevere 70 miliardi di euro. La roadmap ha perciò ottenuto a luglio 2021 l’approvazione del PNRR dalla CE, e l’Italia ha distribuito le quote alle singole amministrazioni. A fine 2021 ha concluso i primi obiettivi e presentato le 3 domande di pagamento per terminare l’ultimo percorso riferito a dicembre 2022. Nel 2023 dovrà realizzare 96 obiettivi, i primi 27 da concludere entro giugno mentre i restanti 69 entro dicembre 2023.

Per la digitalizzazione, l’Italia punta a portare la banda ultra-larga in 18 isole minori, mentre per la transizione green deve superare la procedura di infrazione che la Commissione ha applicato nei nostri confronti per la riduzione dei rifiuti, ovvero il numero di discariche. Rispetto al “Fondo Impresa donna” sono stati assegnati finanziamenti per 700 imprese femminili e sulla mobilità e logistica, investirà in aree economiche speciali, zone nelle quali sarà avviato un piano nazionale di ciclovie: costruzione di ulteriori 200 km di piste ciclabili urbani e metropolitane destinati a Comuni con più di 500 mila abitanti. Infine, verranno assegnate 3 mila borse di studio destinate a programmi innovativi di ricerca e sviluppo (PRIN – Progetti di rilevante interesse nazionale).

Modello di attuazione del PNRR

Il Governo – siglato il contratto con la CE sui 527 obiettivi – ha messo a punto un modello per la gestione dei compiti. Dal lato organizzativo c’è una struttura dedicata all’interno della presidenza del Consiglio dei ministri, dove i temi sono trattati nell’ambito di una cabina di regia nella quale partecipano i ministri che hanno responsabilità dirette per investimenti e riforme del Piano. C’è poi il MEF – ispettorato generale per il PNRR presso la ragioneria generale dello Stato – che oltre a monitorare l’operatività del Piano e comunicare con la Commissione Europea, rendiconta ogni sei mesi i traguardi ottenuti. La governance del paese prevede che ogni amministrazione centrale è titolare di investimenti ed uffici ad hoc per eseguire le riforme di competenza. I progetti sono realizzati dai soggetti attuatori che in parte fanno capo all’organo centrale dello Stato e parte vengono realizzati attraverso bandi che riguardano gli Enti locali, i quali possono presentare progetti specifici sul territorio. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha predisposto linee guida per offrire alle amministrazioni e ai soggetti attuatori indicazioni sull’attuazione del PNRR istituendo un task force che dialoga con la CE e il Parlamento, mentre il MEF redige relazioni periodiche per comunicare l’avanzamento dei lavori. Un elemento importante del PNRR si riferisce agli impatti economici dovuti alla guerra in Ucraina per l’aumento dei prezzi delle materie prime che ha indotto la Commissione Europea a adottare il REPowerEU. Questo Piano assegna nuove risorse ai paesi dell’Unione per diversificare la dipendenza energetica degli stati membri dal gas russo e spingere verso la transizione verde. In complesso ai paesi vengono assegnati 245 mld di euro e la quota per l’Italia è di 2,76 mld di euro a fondo perduto pari a 13,8%. Queste quote sono prestiti a tassi agevolati concessi agli Stati e il nostro Paese ha la possibilità di riaprire il negoziato con la Commissione per ridefinire alcuni parametri del Piano.

Piattaforma informatica Regis per il monitoraggio del PNRR

Il Regis rappresenta il sistema gestionale unico del PNRR, una piattaforma implementabile che possiede due anime. Un’anima gestionale in cui gli attori alimentano quanto viene prodotto con le risorse del Piano e l’altra consente di sapere cosa c’è dietro le missioni. All’interno del sistema confluiscono dati provenienti dal Piano e traccia le milestone e target attraverso cronoprogrammi per sapere a che punto è l’attuazione della misura e cosa c’è a livello di progetti, servizi o attività di altra natura. La piattaforma è anche dotata di strumenti in grado di interrogare altri sistemi che sono il corredo di base dell’attività del progetto. Il sistema può quindi attingere a diverse informazioni che convergono nella banca dati dell’amministrazione pubblica, gestiti dalla ragioneria generale dello Stato e misure che confluiscono nel registro nazionale degli aiuti di Stato. Infine, c’è una inter-operabilità con l’agenzia delle entrate poiché alcune iniziative si presentano come crediti di imposta (ad esempio eco bonus, sisma bonus e transizione 4.0).

Il sistema di controllo  

Con gli investimenti del PNRR, la Pubblica amministrazione può effettuare controlli per garantire trasparenza, regolarità e correttezza nell’azione amministrativa. Tra le verifiche c’è l’obbligo di conseguire target e milestone secondo standard qualitativi previsti nel contratto firmato con la CE, ad esempio non arrecare danni all’ambiente (DNSH), soddisfare l’obiettivo climatico e digitale nonché garantire la corretta comunicazione e informazione.

Gestione della spesa finanziaria

Nell’ambito della gestione finanziaria un passaggio importante riguarda le modalità operative per finanziare i progetti e le amministrazioni titolari degli investimenti. In particolare, il fondo di rotazione Next Generation EU depositato presso la ragioneria generale dello Stato, può anticipare risorse per poi essere rimborsate dalla Commissione Europea. Si tratta di 191,5 miliardi di euro ripartiti in 3 diversi “contenitori”: 124,5 miliardi di euro finanziati dal bilancio dello Stato che rappresentano nuovi progetti e devono rispettare le condizionalità previste dal Piano. Se i progetti non raggiungono i target prefissati o non rispettano le condizionalità, i rimborsi non vengono effettuati. Altri 15,6 miliardi si riferiscono al Fondo di Sviluppo e Coesione e rappresentano lo strumento finanziario attraverso il quale vengono attuate politiche di sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale. Infine, ci sono i cosiddetti progetti in essere, nati prima dell’entrata del PNRR che per particolari condizioni possono essere ricondotti ad esso.

Comunicazione del PNRR

La collaborazione fra Presidenza del Consiglio dei ministri, MEF e RAI permetterà di conoscere i progetti realizzati con il Piano, le opportunità delle imprese, degli Enti pubblici e associazioni per aumentare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. L’idea curata dal Portale Italia Domani, avrà una funzione “informativa” e “di servizio” dove grazie alla consultazione di sezioni dedicate si potranno conoscere bandi, link ai quale candidarsi, informazioni sul Fondo Nazionale Complementare e news su attività di comune interesse.

Cristina Montagni

SMART HUMAN CITY. Analisi FIDAPA BPW ITALY per un futuro inclusivo ed economicamente sostenibile

Fidapa BPW Italy e la Consigliera di Parità della Città Metropolitana di Roma, Gianna Baldoni, l’8 giugno nella seicentesca dimora storica di Villa Altieri, hanno condiviso forti valori comuni al convegno “Pillole di coscienza collettiva: innovazione etica per l’abitare sostenibile”.

VILLA ALTIERI – ROMA

Un’occasione per pianificare i futuri effetti socio-economici in una città complessa come Roma, punto di riferimento per i cittadini che la abitano. A Roma, la Consigliera di Parità svolge infatti un ruolo cruciale per raggiungere la parità di genere con la promozione di buone prassi, formazione e informazione, guardando in particolare alle discriminazioni nei luoghi di lavoro con il controllo delle quote nelle amministrazioni locali.

La città un laboratorio di rigenerazione umana

Al seminario, curato da Rossella Poce, rappresentante FIDAPA BPW Italy, LEF Italia, sono intervenute studiose/i in vari campi dell’architettura, scienza, economia, sociologia e comunicazione per tracciare un nuovo sapere critico in grado di sostenere un sistema produttivo inclusivo ed economicamente sostenibile coinvolgendo le giovani donne negli studi scientifici. I relatori hanno ragionato sulla centralità della città – perno della vita delle persone – non solo come spazio in cui vivere, ma territorio intorno al quale costruire l’identità di un individuo. Identità che cresce all’interno di un laboratorio di rigenerazione umana dove interagiscono relazioni umane, parità di genere, benessere degli individui, scienza e innovazione. Dal confronto sono emersi spunti su come recuperare un sano principio etico e come la città si può trasformare in un contenitore di energie per giungere ad una vita sociale meno precaria grazie alla costruzione di nuove regole per vivere meglio.

Visioni e strategie per il benessere delle persone

La tendenza all’urbanizzazione delle popolazioni è in crescita anche in paesi meno sviluppati dove si concentra l’80% della popolazione mondiale. Nel 2018 un rapporto delle Nazioni Unite stimava che nel 2050 il 70% della popolazione mondiale avrebbe popolato le città: l’Italia ha raggiunto questo traguardo grazie alla forte correlazione tra popolazione urbana e PIL pro-capite. Lo scenario conduce quindi ad una visione diversa nella costruzione di una città sostenibile, orientata al benessere e alla qualità della vita delle persone. L’obiettivo per una città sana e solidale è attuare interventi orientati alla tutela ambientale, all’innovazione, alla sostenibilità economica, all’inclusione sociale e alla partecipazione attiva dei cittadini; giovani e donne. Occorre un approccio multidisciplinare ed un piano strategico per le città metropolitane che oltre a dotarsi di un networking tra politiche pubbliche e scienza, ha necessità di un uso più efficace dell’intelligenza artificiale per coniugare crescita economica, inclusione, equità e tutela ambientale. Affrontare le sfide globali significa investire in competenze per trasformare il futuro; e nel progettare le città è imprescindibile il lavoro delle donne che devono essere sostenute con strumenti di conciliazione vita-lavoro ed attrarre talenti femminili stimolando le carriere STEM a forte caratterizzazione scientifica e tecnologica.

Coscienza collettiva e sensibilità, skills per riscattare lo spazio pubblico

I cittadini sono gruppi di persone che esercitano i loro diritti attraverso la cittadinanza e nell’abitare un luogo appare chiaro il concetto di libertà e diritto. Coscienza collettiva, consapevolezza e sensibilità sono skills che servono per formare una cives. La sostenibilità perde dunque efficacia se non c’è la componente umana, elemento vitale insieme alle relazioni sociali per la crescita della città. Il concetto di città agile deve quindi includere la parola human e trasformarsi in smart human city in grado di relazionarsi con gli altri. Essa ha l’obiettivo di riscattare lo spazio pubblico, luogo nel quale riversare desideri e sogni in uno spazio aperto. Per concludere responsabilità e interdisciplinarità devono convivere affinché la città evolva nella convinzione che le “masse” muovendosi orientano umori, sentimenti e criticità.

Sostenibilità non è solo una questione di impatto

È possibile pensare alla città come una struttura conservativa fatta di energia e guidata da “animali sociali” che per sopravvivere si trasforma in habitat. La seconda e terza struttura conservativa è costituita dalla tecnologia e dall’umano; riferimento per le organizzazioni di tutti gli habitat e di tutte le città. Oggi, parlare di sostenibilità non è solo una questione di impatto, significa analizzare il fenomeno su tre parametri: habitat, tecnologia ed essere umano dove in futuro sarà necessario raggiungere un punto di equilibrio fra questi elementi.

Modello circolare unico cambiamento possibile

Ragionare su modelli di produzione di spesa significa concentrare l’attenzione su tre direttrici: regole di comando e controllo che provengono dalla società, incentivi alla spesa pubblica che definiscono modelli di produzione di spesa e promozione della responsabilità sociale provenienti dal basso. Occorre pertanto chiedersi qual è il compito dell’innovazione etica e come perseguire il benessere sociale, economico ed ambientale per raggiungere l’equità intergenerazionale. Ciò è possibile solo promuovendo un ‘economia circolare capace di sostenere modelli di spesa etici (standard di qualità, tipo di prodotto, prossimità al consumo, innovazione negli stili di vita, etc). Questa innovazione diventa etica solo se riesce ad incidere sulla sostenibilità impattando positivamente sul benessere degli individui. Tra le sfide dell’Agenda 20-30, la lotta al cambiamento climatico (Goal 13) è il settore che desta maggiore preoccupazione; occorre perciò analizzare i settori responsabili (agricoltura, mobilità, energia) ed affrontare l’innovazione etica applicando modelli di produzione di spesa delle famiglie per contrastare il cambiamento ambientale. I futuri sistemi di consumo dovranno ispirarsi al modello circolare e l’innovazione etica offrirà a famiglie e imprese processi di produzione e spesa responsabili.

Progetto “Una città per bambini e bambine” UCBB. Testimonianza della città a misura di bambino

Il progetto “Una città per bambini e bambine”, realizzato da un gruppo di professionisti a Settimo Torinese durante la pandemia, ha analizzato la città attraverso gli occhi dei giovani (14-17 anni) spesso esclusi dai processi decisionali. I ragazzi diventano riferimento per una città aperta alle esigenze di tutti. Diverse le motivazioni per realizzare l’indagine: approfondire l’evoluzione delle città, capire come nel tempo hanno perso la caratteristica di luoghi di incontro, sia in termini di autonomia di movimento che opportunità di crescita attraverso il gioco. In breve dalla testimonianza emerge con forza l’ascolto dei giovani; solo loro possono cambiare il paradigma e sviluppare all’interno della comunità una maggiore sensibilità coinvolgendo istituzioni e forze produttive di un territorio.

Cristina Montagni

Relatori al convegno:

Consigliera di Parità della Città Metropolitana di Roma Gianna Baldoni, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Lucia Votano, Presidente IN/Arch Triveneto Lucia Krasovec-Lucas, Epistemiologo, Direttore scientifico LIS Università Federico II Alessandro Ceci, Presidente Fondazione Simone Cesaretti, Gian Paolo Cesaretti, Progetto “Una città per bambini e bambine” Aquilina Olleia.

Interventi istituzionali:

Presidente Nazionale FIDAPA BPW-Italy Fiammetta Perrone, Presidente del Distretto Centro di FIDAPA BPW Italy Anna Maria Turchetti, Presidente LEF Italia Maria Ludovica Bottarelli Leali, Commissione parità di genere OAR Ilaria Olivieri, Coordinatore Nazionale IN/Arch Beatrice Fumarola, Rappresentante FIDAPA BPW-Italy – LEF Italia Rossella Poce

BIO: Fidapa BPW Italy è un movimento di opinione indipendente, senza scopo di lucro, composto da 11mila socie in Italia e appartenente alla International Federation of Business and Professional Women. È costituito da donne senza distinzione di etnie, orientamenti politici e valorizza nella società le competenze delle donne con varie attività sociali e culturali per contrastare le disuguaglianze e le disparità di genere che sorgono durante le attività. Le associate, presenti in 300 sezioni, insieme alle rappresentanti dei vari distretti sono attive al Parlamento Europeo e in varie organizzazioni internazionali ponendosi a difesa delle donne per combattere ogni forma di discriminazione.

Phygital sustainability Expo 2021. La moda verso un modello circolare 100% sostenibile

Inaugurato a luglio al complesso archeologico dei Mercati di Traiano, il primo evento mondiale italiano dedicato alla transizione ecosostenibile della moda e design. Phygital sustainability Expo 2021, manifestazione coordinata dalla SFIS – Sustainable Fashion Innovation Society, nasce per sensibilizzare i consumatori ad acquistare moda etica e sostenibile, garantire la tutela del lavoratore, pensare al pianeta e ad una filiera produttiva virtuosa.

PHYDIGITAL EXPO 2021 – Modello circolare di moda sostenibile

L’iconica kermesse ha ospitato 32 brand tra aziende italiane e straniere, piccole imprese artigiane, enti, istituzioni, aziende, associazioni e federazioni che hanno sottolineato le connessioni tra moda, politica, ambiente, salute e finanza sostenibile, insieme alle start–up ed esperti di prodotto e di processo. A fine evento ogni brand ha presentato il capo più iconico della propria collezione affermando quanto in futuro il settore moda dovrà presentarsi più sostenibile e circolare.

Moda sostenibile con uno sguardo al sociale

Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia ha anticipato di aver depositato una mozione parlamentare per inserire nel PNRR (piano nazionale di ripresa e resilienza) quote di investimenti e defiscalizzazioni per le aziende che intendono ridurre la percentuale d’inquinamento nel settore moda. Antonio Franceschini di Federmoda ha sottolineato che il manifatturiero italiano è la spina dorsale del Paese con 60 mila aziende a livello nazionale e oltre 500 mila addetti dove nel 2019 ha fatturato 97 miliardi di euro raggiungendo il secondo posto del PIL nazionale. Federmoda ha presentato all’UE un documento in cui vengono puntualizzati i temi della sostenibilità, riciclo, uso e smaltimento con una attenzione soprattutto al green. “La sostenibilità” ha detto “deve guardare al sociale, al rispetto del lavoro su tutta la filiera produttiva, agganciarsi ai valori etici e portare tali valori all’attenzione dei giovani”. Federmoda infine ha realizzato il format “cucire, tramare, ordire, tessere, formare, etica”, un vademecum rivolto ai giovani per spiegare cosa c’è dietro al mondo della moda. “Con il PNRR” ha concluso “è possibile rilanciare progetti legati alla formazione, ricostruire un bacino di competenze, tramandare la storia del settore e rilanciare l’artigianato italiano fatto di piccola imprenditoria.

La salute umana a rischio per patologie legate all’ambiente

Consiglio nazionale delle ricerche-Istituto per polimeri, compositi e biomateriali

Antonio Giordano specialista in genetica dei tumori ha denunciato che il 90% delle patologie dell’umanità sono legate all’ambiente. “Ogni forma di vita” ha sostenuto Giordano “a contatto con materiali tossici (amianto, benzopirene, metalli pesanti e diossina) tendono a trasformarsi; non è un caso che l’aumento di patologie in zone altamente inquinate è molto grave.

Associazioni e organizzazioni unite per difendere i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile

Il WFP Italia (World Food Programme Italia) supporta nel mondo attività umanitarie dell’ONU. “L’organizzazione” ha spiegato Sanasi “opera da oltre 60 anni in Italia, salva la vita a 100 milioni di persone, tra questi 18 milioni di bambini in 80 paesi nel mondo tra Asia, Africa e America Latina” ed è soprattutto impegnata nell’obiettivo 2 e 17 dell’agenda 2030 per rilanciare il partenariato tra i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile. “La moda” ha sostenuto Sanasi “riveste un ruolo centrale nel settore produttivo e nella diversificazione dei settori merceologici in varie parti del mondo”. “Il concetto di sostenibilità oltre ad avere una forte connotazione economico sociale deve porre l’individuo al centro dello sviluppo, così la finanza e l’industria devono essere al servizio “dell’uomo e non viceversa”.

La missione del WWF (World Wide Fund for Nature) commenta Alessandra Prampolini è vivere in un mondo in cui l’uomo possa essere in sintonia con la natura. L’organizzazione da anni persegue obiettivi ambiziosi; arrestare la perdita della biodiversità e prevenire il calo di specie animali nel mondo. Il settore della moda, in questo senso, è legata alla natura per due motivi: si ispira ad essa come forma d’arte e incide sull’ambiente nelle diverse fasi di produzione; dall’approvvigionamento di materie prime, ai processi dei prodotti, per arrivare alla destinazione finale del manufatto. “Questi passaggi” dice Prampolini “impattano sull’ambiente: sfruttamento del suolo, acqua, cambiamento climatico che nascono dai materiali sintetici”. Il WWF ritiene quindi che tutto il settore moda debba lanciare un messaggio ai consumatori e soprattutto ai giovani per acquisti chiari e consapevoli.

Angelo Del Favero di Ethic▪et spiega che su richiesta delle aziende tessili ha creato un marchio di certificazione privato, oggi di certificazione europeo che garantisce la tracciabilità di sostanze chimiche pericolose e informa i consumatori sui rischi di salute del prodotto finale. “Nel settore tessile” ha detto Del Favero “vengono utilizzate più di 8mila sostanze chimiche e il compito dell’associazione è vigilare durante le fasi di lavorazione, dalla materia prima al prodotto finito”.

L’ASVIS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) nasce per promuovere i 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile dell’agenda 2030. “Oggi” dice Lo Iacono “è nata una nuova consapevolezza perché la sostenibilità non deve essere un lusso. Per questo occorre cooperare con istituzioni, imprese e società civile, per evitare i rischi ambientali e sociali legati alle catene di fornitura, cogliere le opportunità di business, dalla mobilità sostenibile alla riqualificazione delle energie rinnovabili”.

Cristina Montagni

Giornata Mondiale dell’Ambiente 2021. Per l’Italia Confagricoltura lancia il libro bianco del verde

Ogni anno il 5 giugno si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente, il più grande evento annuale che oltre a coinvolgere le popolazioni del mondo, promuove attività ambientali positive e suggerisce azioni a tutela del nostro pianeta. Nasce nel 1974 e negli anni l’evento è cresciuto fino a diventare una piattaforma globale per sensibilizzare sul tema ambientale in oltre 100 Paesi nel mondo.

Quest’anno l’evento sarà ospitato in Pakistan e avrà come focus il “Ripristino dell’Ecosistema” nell’ambito della campagna “Reimagine. Recreate. Restore”. È bene sottolineare che tale anniversario servirà anche per il lancio ufficiale del Decennio delle Nazioni Unite per il Ripristino dell’Ecosistema 2021-2030. Gli hashtag ufficiali per seguire gli eventi della Giornata sono #GenerationRestoration e #WorldEnvironmentDay. Tutte le celebrazioni nei vari Paesi del mondo si svolgeranno con eventi virtuali e fisici.

Ricreare le condizioni ideali per il ripristino dell’ecosistema

In tutto il mondo si solleva un “grido di battaglia globale” che sollecita azioni urgenti per far rivivere i nostri ecosistemi danneggiati. Gli esseri umani – si legge in una nota delle Nazioni Unite – stanno distruggendo le fondamenta della propria sopravvivenza ad un ritmo inarrestabile. Più di 4,7 milioni di ettari di foreste (un’area più grande della Danimarca) vengono distrutti ogni anno e la perdita dell’ecosistema sta privando il mondo di pozzi di assorbimento del carbonio come foreste e torbiere. Le emissioni globali di CO2 sono aumentate per tre anni consecutivi e il pianeta sta andando verso un cambiamento climatico potenzialmente catastrofico. Riducendo l’habitat naturale per la fauna selvatica, abbiamo creato le condizioni ideali per il diffondersi degli agenti patogeni, compresi i coronavirus, come dimostrato dal COVID-19.

L’Italia verso un equilibrato rapporto uomo-natura. Presto il Libro bianco del verde

L’Italia in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, ha “acceso i riflettori” sull’importanza di un rapporto uomo e natura, messo in luce dalla pandemia. “Il Green New Deal e la strategia sulla biodiversità – sottolinea il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – rilanciano il ruolo degli agricoltori e degli operatori del settore primario e del verde pubblico e privato, che rappresenta un ruolo centrale per il raggiungimento di questi obiettivi”.

“L’Italia” dice Giansanti “è tra i paesi europei più ricchi di biodiversità con elevati livelli di specie esclusive del nostro territorio. Quanto alle aree protette siamo in linea con gli obiettivi europei del 30%. In particolare, la Rete Natura 2000 e il Sistema delle aree protette italiane sono tra i più estesi d’Europa, con 9 milioni di ettari, pari a circa il 30% dell’intera superficie nazionale”. Inoltre, negli ultimi 50 anni la superficie forestale del territorio si è più che raddoppiata, passando da 5 a circa 12 milioni di ettari (il 65% è gestito da privati) e ciò pone in luce l’importanza delle attività selvicolturali. “Confagricoltura insieme ad Assoverde” conclude il presidente “ha intrapreso un percorso unico che va verso un “Libro bianco del verde”. Il progetto – in collaborazione con i principali operatori del settore pubblico e privato – rappresenta un Neorinascimento della Cura e della Gestione del Verde in linea con gli obiettivi europei e italiani sulla transizione ecologica, sulla rigenerazione urbana, sulla creazione di nuove aree verdi e sulla corretta cura e manutenzione di quelle esistenti”.

Cristina Montagni